Lavoro isolato, supervisione e contatto

Lavoro isolato, supervisione e contatto

Lavoro Isolato.

Lavoro isolato, per definizione, il “lavoratore isolato” non è soggetto a sorveglianza o ad interazione con altri.

Poiché il rischio specifico può derivare da questa condizione, per quanto possibile, è raccomandabile una sistematica riduzione preventiva delle situazioni solitarie con una strategia ad hoc, ovviamente proporzionata la compito e ai rischi individuati.

Anche nel semplice accesso all’archivio-seminterrato, per esempio, è possibile adottare sistemi più o meno formalizzati, all’avviso orale di un compagno di lavoro, registri, telefoni o citofoni, dispositivi elettronici che avvisino in caso di caduta “funzione uomo a terra ” chiamata anche “funzione man down”, video camere fino a controlli periodici di sorveglianti.

Il supervisore, nel campo della sicurezza, può assumere il ruolo di riferimento interattivo e garantire una strategia di contenimento del rischio anche in caso di attività estese con un basso rapporto occupati/superficie. Per il suo ruolo di guida, assume rilievo anche per gli apprendisti e i lavoratori atipici, in caso di cambio mansione o per neoassunti.

Le modalità di controllo/interazione possono includere:

– accessi periodici diretti;

– contatti regolari a distanza, per esempio con il telefono, la radio, le videocamere e le e-mail;

– segnali di allarme, manuali o automatici ( dispositivi di uomo a terra, sensori di movimento/posizione gps ) soprattutto in caso di caduta del lavoratore;

– segnali che attestano il completamento di un compito o il ritorno del lavoratore alla base.

L’importante è che la frequenza e la modalità di supervisione sia una scelta gestionale da programmare senza fai-da-te al momento. Può essere utilmente adottata una procedura di dichiarazione di presenza/verifica, tramite la pressione di un tasto su di un dispositivo elettronico.